Bill Lawrence pickups

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Ciao a tutti, ho deciso in collaborazione con il mio amico Gianluca Piacenza, insegnante di chitarra presso la scuola di musica ONEMUSIC ACADEMY di scrivere un articolo relativo a questo storico marchio di pickups costruiti a mano, descrivendo la storia di Bill Lawrence, e una mia recensione di alcuni dei migliori humbucker che penso di aver provato in 20 anni di lavori sull’elettronica degli strumenti.

Bill Lawrence (vero nome Willi Lorenz Stich), nasce il 24 marzo 1931, nei pressi di Colonia, Germania.

Negli anni ’50 si fa una fama come chitarrista Jazz, sotto lo pseudonimo Billy Lorento, ottenendo anche un contratto di endorsment con il marchio Framus, che porterà alla creazione di diversi modelli signature. Già all’epoca metterà in mostra le sue doti come tecnico elettronico, modificando o costruendo i pickup per i propri strumenti.

Successivamente cambierà il suo nome d’arte nel più internazionale Bill Lawrence, e firmerà come endorser per Fender.

A metà anni ’60 sarà co-fondatore della sua prima azienda di pickup design, la Lawrence Electro Sounds. Sul finire del decennio, Bill Lawrence si trasferisce negli Stati Uniti, a New York. Qui, tra la fine degli anni ’60 e la prima metà dei ’70 avvierà diverse collaborazioni.

Bill Lawrence e Larry Dimarzio
Bill Lawrence e Larry Dimarzio

Da prima cooperando con Dan Armstrong, nel suo laboratorio (nel quale farà apprendistato anche un certo Larry Dimarzio), e in seguito come pickup designer per Gibson (ad esempio, il Super Humbucker dell’epoca fu realizzato su suo progetto). La collaborazione con Gibson durerà qualche anno e porterà anche alla creazione di diversi modelli di chitarre e bassi. Come il modello L6-S.

 

Pochi anni più tardi, Bill si trasferisce a Nashville, per dare vita alla sua nuova azienda di design e costruzione di pickup, stavolta con sede negli States, la Lawrence Sound Research.
Nascono in questi anni alcuni dei modelli più fortunati e indovinati (e più copiati).IMG2 (bill_lawrence_aerosmith_guitar_pickup_ad)
Tra i tanti, la serie Twin-blade L-90, e la successiva L-500, il cui modello L-500XL diverrà il preferito di molti chitarristi, tra cui Dimebag Darrell e Nuno Bettencourt.

 

Nel 1984 la Lawrence Electro Sounds viene chiusa, e Bill si trasferisce nuovamente in Germania, dove fonda la OBL (la sigla si presume stia per Original Bill Lawrence). Questa precisazione è importante, perché nello stesso periodo, il suo vecchio partner continuerà a produrre e commercializzare pickup con il marchio commerciale “Bill Lawrence”, che di fatto, dopo quella data, non saranno più correlabili al suo creatore in alcun modo.

Ciofake
“CIOFAKE”

In questa fase, Bill ritorna a collaborare con Gibson, trasferendosi poi nuovamente negli States, e molti dei suoi OBL finiranno su strumenti del costruttore statunitense. La sigla OBL sarà poi acquistata da Gibson, per continuare ad utilizzarla sui propri pickup anche dopo la cessata collaborazione. Tuttavia il design di questi pickup “postumi” sarà radicalmente cambiato, e lo stesso Bill, in varie occasioni, affermerà di non aver partecipato alla realizzazione di questa nuova serie.

OBL costruito da Bill Lawrence
OBL costruito da Bill Lawrence
OBL “postumo”)
OBL “postumo”

 

 

 

 

 

 

Pochi anni più tardi, a metà anni ’90, viene chiamato come consulente per Fender, e il rapporto durerà per molti anni. Suoi i progetti per i pickup del basso Roscoe Beck signature e gli apprezzatissimi SCN.

Questi pickup saranno realizzati da Fender, mentre per la produzione dei suoi modelli originali, darà vita ad un nuovo marchio, Wilde, sotto il quale i suoi prodotti escono tuttora.

Il 2 novembre 2013, a seguito di una lunga malattia, Bill Lawrence si è spento, all’età di 82 anni.

Oggi, la moglie Becky e un gruppo ristretto di assistenti, dopo una collaborazione pluridecennale, continuano la produzione in proprio di questi pickup, nello stesso laboratorio, e rispettando gli stessi standard di qualità imposti dall’idea originale di Bill Lawrence.

Recensioni :

Sono rimasto veramente colpito da questi humbucker Bill Lawrence e da tutte le sue varianti di modelli e caratteristiche proposte dal costruttore. Grazie all’amico Gianluca Piacenza, da anni appassionato di questi humbucker e che ne possiede molti esemplari, ho avuto modo di testare tutta la gamma degli L-500 e parte della L-90. In seguito ho potuto provare anche le versioni single coil L-280.

Parlando della serie L-500, a primo impatto estetico, si capisce di avere a che fare con un prodotto di alta qualità, sia bello per come si presenta e sia per i materiali utilizzati nella costruzione. I cavi in uscita utilizzati sono 24 AWG di buona qualità, rivestiti da un consistente strato di gomma morbida isolante e con un nucleo a treccia argentata fine. Una cosa che mi ha colpito molto è il materiale di cui sono fatte le lame (espansioni polari in unico pezzo), che normalmente sono realizzate dalla maggior parte dei produttori, in lega piuttosto morbida e non propriamente ben rifinita nel taglio, mentre in questi humbuckers il materiale utilizzato è acciaio, quindi molto resistente e con una finitura perfetta, sembrano quasi rettificati. Il monoblocco unico che ingloba le bobine creando un vero e proprio contenitore a cestello aiuta moltissimo l’humbucker a subire molte meno interferenze elettromagnetiche esterne rispetto a un humbucker tradizionale, oltre al fatto che questo cestello fa anche da cornice esterna delle bobine, che nella versione cromata ne rende veramente elegante l’estetica.

La serie L-90 esteticamente si presenta più semplice, infatti non sono presenti nè le bobine in evidenza e neanche le cornici che le inglobano. Per far capire velocemente come sono fatti, si basti pensare a un humbucker EMG, ma provvisto delle due espansioni polari a lama. Seppur siano sempre humbuckers alla pari della serie L-500 non li trovo molto simili….. O meglio hanno delle sfumature che li distinguono in maniera importante. Sono vellutati, al contrario degli L-500 più aspri e diretti. A livello di potenza siamo li, ma ciò che cambia sono le frequenze di lavoro, intese proprio come EQ dell’ humbucker. Gli L-90 e soprattutto il 6H hanno una EQ con le frequenze medie in rilievo, ma hanno le alte leggermente chiuse (li potrei definire in stile PAF) a differenza degli L-500 che secondo me sono più bilanciati in un eventuale grafico di equalizzazione. Il bello però è che nonostante siano leggermente più chiusi sulle alte, restano definitissimi e leggibili in molteplici situazioni di utilizzo. Sui puliti sono strepitosi, pieni e rotondi, senza risultare troppo aggressivi. Hanno una dinamica micidiale e offrono tante armoniche, molte delle quali si creano con una facilità estrema. Collegati in Parallelo offrono una risposta micidiale, sembrano dei single coil giganti che suonati senza plettro, come alle volte mi piace fare, hanno una risposta morbida ma di grande impatto. Non li trovo un alternativa agli L-500, li reputo proprio un altra cosa. Modelli differenti con differenti caratteristiche e qualità.

Dal lato costruttivo elettronico interno ho rilevato alcune cose molto importanti che vanno sottolineate. Nonostante la potenza veramente elevata, mi riferisco in particolar modo alla versione L-500XL, l’humbucker offre caratteristiche sonore sorprendenti, tra cui una definizione che definirei quasi perfetta nelle note acute e basse suonate singolarmente per passare alla forza brutale suonando accordi. Incredibile l’attacco, che si gusta in particolar modo nel palm muting e che offre una pienezza e compressione devastante rimanendo comunque ben cristallino e presente. Ho avuto l’impressione di suonare un single coil da quanto il suono sia cristallino e definito anche nel plettraggio alternato, cosa che normalmente non si riscontra facilmente in un humbucker. Lo definirei un mostro di potenza ma ben gestibile! Ovviamente ci sono i pro e i contro, ma questo non è un suo problema, ma lo è per il chitarrista…. nel senso che essendo così definito, presente e dinamico non concede tanti errori e neanche li “nasconde” molto bene, quindi, bisogna imparare a gestirlo e soprattutto a suonare bene per sfruttarlo al 100% 🙂

Da quello che si può leggere nei dati rilasciati dal produttore, questi humbucker sono studiati e calcolati utilizzando formule e unità di misura un pò più complessi della classica resistenza o potenza in uscita, e questo lo si riesce a verificare anche testandoli. Normalmente la sollecitazione del campo magnetico dell’humbucker mentre la corda passa sopra al magnete o espansione polare, creando elettricità, fa variare notevolmente i valori di resistenza nelle bobine e, più la resistenza basica delle bobine è alta e più questa variazione di resistenza è evidente, e questo equivale a una uscita di segnale non lineare ma con scompensi che soprattutto suonando molte note consecutive (ad esempio con tecnica di plettraggio alternato o tapping), il suono che ne esce rischierà, usando un termine piuttosto noto ai chitarristi, di impastare, facendo perdere definizione. Questi Bill Lawrence sollecitando il magnete, e quindi il campo magnetico dell’humbucker mantenendone testata l’uscita con appositi strumenti, denotano una minima variazione di resistenza anche alle sollecitazioni più violente e veloci (cosa che raramente ho trovato nonostante abbia testato veramente tantissimi humbucker in 20 anni di lavoro). Per fare ciò è necessario uno studio veramente mirato, approfondito e realizzato da gente veramente competenti in materia. Da qui si capisce il perchè nonostante la potenza micidiale che offrono questi L-500XL riescono mantenere una definizione e brillantezza da primato.

IMG8 (500xl fronte-retro)

Per concludere, ritengo questi humbucker sicuramente tra i migliori in assoluto come costruzione e suono, e questo particolare modello L-500XL è probabilmente il migliore che abbia provato in assoluto in questa fascia di potenza.

 Dati tecnici della serie L-500 :

Magnete : Alnico 5

Versioni disponibili e rispettivi valori :

  • C    = 2.8 Henry
  • R    = 4.8 Henry
  • L    = 6.8 Henry
  • XL = 9.2 Henry

Solitamente il C viene usato da manico, l’ R sia da manico che da ponte, mentre L e XL solitamente da ponte. Ma uno in base alle proprie esigenze può ovviamente montare il modello che vuole dove vuole.

Le mie impressioni personali su queste quattro versioni, avendole provate tutte, sono le seguenti :
Partendo dalla versione C (2.8H) essendo il meno potente della serie, è secondo me adatto a generi musicali dal Jazz al Rock in quanto è un Humbucker molto caldo e pieno, risulta ben dinamico e  fantastico sui puliti. La sua risposta è piuttosto morbida e lo si potrebbe paragonare, tanto per rendere l’idea a un vecchio PAF.

La versione R (4.8H) mantiene molte caratteristiche della versione C, tuttavia è già più brillante oltre che potente. Risulta più aperto e medioso, e oltre comportarsi egregiamente sui puliti, inizia ad essere interessante anche sulle distorsioni di un certo livello, offrendo pienezza e corposità unita a una definizione incredibile. Mantiene sempre e comunque anche lui quella timbrica di base che ricorda l’attacco e la brillantezza di un single coil.

La versione L (6.8H) è particolarmente indicata per generi Rock/Metal, la potenza che offre è elevata e lo si può mettere nella categoria degli humbucker “High Power”. A me personalmente piace moltissimo, perche è un humbucker molto bilanciato, con un rapporto EQ/Potenza direi quasi esemplare. Si vengono a perdere le caratteristiche di suono ricordanti un single coil, e si iniziano ad avere sonorità imponenti, i puliti sono limpidi e rotondi, suonando arpeggi con le dita offrono una risposta veramente di grande impatto e gusto per le orecchie! Tuttavia visto l’elevata potenza di attacco che generano le bobine bisogna avere una certa precisione nel pizzicare le corde, o nella pressione del plettro sulla corda, in quanto risulta un humbucker molto sensibile al tocco e la variazione di volume in uscita può avere differenze molto elevate. Sui distorti ovviamente il problema non si pone, e il grande attacco che offrono questi Humbucker serie L porta solo benefici generando un segnale di grande impatto suonando ritmiche e ben definito nella scansione delle singole note in scale o legati.

La versione XL (9.2H) è il più potente della gamma, lo definirei un vero e proprio animale da combattimento….. un arma da guerra…… Le sue caratteristiche principali sono un attacco devastante, unito a una pienezza e rotondità equilibrate. Nonostante l’elevata potenza mantiene una EQ molto bilanciata. Non è ovviamente particolarmente indicato per i suoni puliti, ma sui distorti penso di non aver mai sentito nulla del genere. Le armoniche che produce e innesca sono fenomenali, oltre ad uscire con una facilità estrema. Una cosa che mi ha particolarmente stupito di questo L-500XL è la grande dinamica unita a una definizione veramente impressionante……. Di solito gli humbucker con una certa potenza in uscita diventano difficili da leggere e tendono un pò ad impastare, mentre l’ XL mantiene un suono presente e brillante anche con le distorsioni più pesanti. Questo humbucker si presta molto ad essere equalizzato dalla chitarra, e non viceversa, ed è molto sensibile ed efficace con modifiche di varia natura. Tutte queste caratteristiche lo rendono molto più versatile di quello che ci si aspetterebbe, dai dati “tecnici”.

Aggiungo, che tutti i quattro modelli se collegati in parallelo anzichè in serie, offrono sonorità veramente interessanti e risultano essere molto più versatili sui suoni puliti, questo vale anche per le due versioni più potenti.

 

 

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Dati tecnici della serie L-90 :

Magnete : Alnico 5

Versioni disponibili e rispettivi valori :

  • 2 Henry
  • 2.8 Henry
  • 4 Henry
  • 6 Henry
  • 8 Henry

N.B. Il valore espresso in Henry è la capacità/quantità di energia elettrica prodotta dal pickup, quindi, più il valore degli Henry è alto e più il pickup sarà potente.

 

Pagina ufficiale:

wildepickups.com

Fonti utilizzate per la realizzazione di questo articolo:

billlawrence.com

billlawrencereview.com

 

 

 Video dimostrativo del Bill Lawrance L-500XL montato al ponte

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Articolo redatto da Fabio Gobbi in collaborazione con Gianluca Piacenza

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